Secondo
grado
Rito
dell'elezione o dell'iscrizione del nome
Tempo
e riti della purificazione e dell'illuminazione
I.
Gli scrutini
Primo scrutinio
Secondo scrutinio
Terzo scrutinio
II.
Le consegne
Consegna del Simbolo
Consegna della Preghiera del Signore
III.
Riti immediatamente preparatori
Riconsegna del Simbolo
Rito dell' «Effatà»
Scelta del nome cristiano
Unzione con l'olio dei catecumeni
RITO DELL’ELEZIONE
O DELL’ISCRIZIONE DEL NOME
133.
All’inizio della Quaresima, che è il tempo della
preparazione prossima dell’iniziazione sacramentale, si celebra
l’«elezione» o «iscrizione del nome». Con questo rito la Chiesa, udita
la testimonianza dei padrini e dei catechisti e dopo la conferma della
loro volontà da parte dei catecumeni, giudica sulla loro preparazione e
decide sulla loro ammissione ai sacramenti pasquali.
134.
Con la celebrazione dell’ «elezione» si conclude
il catecumenato, lunga preparazione della mente e del cuore. Perché uno
possa essere ascritto fra gli «eletti», si richiede in lui una fede
illuminata e una ferma volontà di ricevere i sacramenti della Chiesa.
Dopo l'elezione, il candidato sarà sollecitato a seguire Cristo con
maggiore generosità.
135.
Per la Chiesa l’elezione è come il momento centrale della sua materna
sollecitudine verso i catecumeni. Il Vescovo, i sacerdoti, i diaconi, i
catechisti, i padrini e tutta la comunità locale, ciascuno secondo il
grado e il compito che gli spetta, dopo un serio esame, si pronunzino
sulla preparazione e sul profitto dei catecumeni. Infine accompagnino
con la preghiera gli eletti perché tutta la Chiesa li conduca con sé
incontro al Cristo.
136.
È questa la prima volta che i padrini, scelti in
precedenza dai catecumeni con il consenso del sacerdote, e, per quanto è
possibile, accettati dalla comunità locale, esercitano pubblicamente il
loro ministero: sono nominati all’inizio del rito e si presentano con i
catecumeni (n. 143), rendono loro testimonianza davanti alla comunità
(n. 144), e, secondo l’opportunità, iscrivono anche essi il loro nome
(n. 146).
137.
Per regolarità è necessario che, prima del rito liturgico, si deliberi
sull’idoneità dei candidati da parte di tutti gli interessati, cioè
prima di tutto da parte di quanti sono preposti alla loro formazione,
sacerdoti, diaconi e catechisti e inoltre da parte dei padrini e dei
delegati della comunità locale e anche, se è il caso, con la
partecipazione del gruppo dei catecumeni. Questa deliberazione, secondo
le condizioni locali e le esigenze pastorali, potrà assumere varie
forme. L’accettazione poi sarà resa nota dal celebrante durante il rito
liturgico.
138.
E’ compito del celebrante, cioè del Vescovo o di
chi ne fa le veci, remota o prossima che sia stata la sua partecipazione
alla deliberazione precedentemente presa, spiegare o nell’omelia o nel
corso del rito l’indole religiosa ed ecclesiale dell’«elezione». Spetta
dunque a lui in primo luogo dichiarare davanti ai presenti il giudizio
della Chiesa e ascoltare, secondo l’opportunità, il loro parere, quindi
chiedere ai catecumeni la personale manifestazione della loro volontà,
infine, agendo in nome di Cristo e della Chiesa, convalidare
l’ammissione degli «eletti». Dovrà inoltre spiegare a tutti il divino
mistero che è contenuto nella vocazione da parte della Chiesa e nella
sua celebrazione liturgica; ammonire i fedeli a prepararsi alle
solennità pasquali insieme con gli eletti, ai quali devono essere di
esempio.
139.
Poiché i sacramenti dell’iniziazione si celebrano
nelle solennità pasquali e la loro preparazione è connessa con il
carattere proprio della Quaresima, il rito dell’elezione si compia
abitualmente nella prima domenica di Quaresima e il tempo dell’ultima
preparazione degli aspiranti ai sacramenti coincida col tempo
quaresimale, il cui corso, tanto per la struttura liturgica quanto per
la partecipazione della comunità, sarà di grande giovamento agli eletti.
Tuttavia, per urgenti motivi pastorali (specialmente nelle sedi
succursali dei luoghi di missione), è lecito celebrare il rito nella
settimana precedente o seguente.
140. Il rito si svolge in
chiesa o, se necessario, in un luogo conveniente e adatto. Si celebri
durante la Messa della prima domenica di Quaresima, dopo l'omelia.
141. Se il rito si celebra
fuori di questa domenica, si inizia con la liturgia della parola. In
questo caso, se le letture del giorno non sono adatte al rito, si
scelgano le letture fra quelle assegnate alla prima domenica di
Quaresima (n. 385)
o altre adatte. Si può sempre celebrare la Messa rituale propria (n.
374). Se non
si celebra l'Eucaristia, il rito si conclude con il congedo di tutti i
fedeli insieme coi catecumeni.
142. L'omelia, adatta alle
circostanze, faccia riferimento non solo ai catecumeni, ma anche a tutta
la comunità dei fedeli, in modo che questi, impegnandosi a dare il buon
esempio, intraprendano insieme con gli eletti il cammino del mistero
pasquale.
PRESENTAZIONE DEI CANDIDATI
143. Terminata l'omelia, il sacerdote
responsabile dell'iniziazione dei catecumeni o un diacono o un
catechista o un delegato della comunità presenta coloro che devono
essere eletti con queste parole o con altre simili:
Reverendo padre, nella prossima ricorrenza delle solennità pasquali,
i catecumeni qui presenti, confidando nella grazia divina e sostenuti
dalle preghiere e dall'esempio di questa comunità, chiedono umilmente di
essere ammessi, dopo la dovuta preparazione e la celebrazione degli
scrutini, ai sacramenti del Battesimo, della Confermazione e
dell'Eucaristia.
Il
celebrante risponde:
Si facciano avanti i candidati,
insieme con i loro padrini [madrine].
Ciascuno dei catecumeni è chiamato per nome e si avvicina con il padrino
(madrina) fermandosi davanti al celebrante.
Se i catecumeni sono molto numerosi, si faccia una presentazione
collettiva, ad esempio da parte dei singoli catechisti interessati;
conviene però che i catechisti stessi organizzino in precedenza una
celebrazione a sé stante e facciano in essa l'appello dei rispettivi
candidati, prima di condurli alla celebrazione comune.
144.
Il
celebrante, se non ha partecipato alla deliberazione precedente (cfr n.
137),
si rivolge agli astanti con queste parole o con altre simili:
La santa Chiesa di Dio desidera ora assicurarsi se questi
catecumeni sono idonei a entrare nel gruppo degli eletti per celebrare
le prossime solennità pasquali.
Rivolto poi a padrini:
Chiedo perciò a voi, padrini
[e
madrine],
di dare la vostra testimonianza:
Hanno ascoltato fedelmente la parola di Dio annunziata dalla Chiesa?
Padrini:
Si.
Celebrante:
Hanno cominciato a camminare davanti a Dio, mettendo in pratica
la parola che hanno ascoltato?
Padrini:
Si.
Celebrante:
Sono stati in fraterna comunione con voi e hanno partecipato con
voi alla preghiera?
Padrini:
Si.
Poi, se ritenuto opportuno, il celebrante domanda l'approvazione a tutta
l'assemblea.
_____________________________________________________
145.
Il
celebrante, che ha partecipato alla precedente deliberazione sulla
idoneità dei candidati (cfr n. 137),
se lo desidera, può rivolgere a tutti queste parole o altre simili:
Fratelli carissimi, questi catecumeni hanno chiesto di essere
ammessi ai sacramenti della Chiesa nelle prossime feste pasquali.
Coloro che li conoscono, hanno giudicato sincero il loro desiderio e
attestano che essi hanno ascoltato con assiduità la parola di Cristo, si
sono sforzati di vivere secondo i suoi comandamenti, sono stati costanti
nella comunione fraterna e nella preghiera.
Ora rendo noto a tutta l'assemblea che la comunità ha deciso di
ammetterli ai sacramenti.
Nell'informarvi di questa decisione, mi rivolgo ai padrini e chiedo loro
di ripetere davanti a voi il loro parere.
Rivolto poi ai padrini:
Ritenete davanti a Dio questi candidati degni di essere ammessi ai
sacramenti dell'iniziazione cristiana?
Padrini:
Si, li giudichiamo degni.
Poi, se ritenuto opportuno, il celebrante domanda l'approvazione a tutta
la comunità.
_____________________________________________________
INTERROGAZIONE DEI CANDIDATI E PETIZIONE
146.
Il
celebrante, rivolto ai catecumeni, li ammonisce e li interroga con
queste parole o con altre simili:
Ora mi rivolgo a voi, cari catecumeni: i vostri padrini e
catechisti
[e
tutta la comunità]
hanno reso buona testimonianza su di voi.
Fiduciosa nel loro giudizio, la Chiesa in nome di Cristo vi invita ai
sacramenti pasquali.
Ora dunque tocca a voi, che già da tempo avete udito la voce di Cristo,
rispondere davanti alla Chiesa, manifestando la vostra intenzione.
Volete essere ammessi ai sacramenti di Cristo, al Battesimo, alla
Confermazione e all'Eucaristia?
Catecumeni:
Si, lo vogliamo.
Celebrante:
Dite allora il vostro nome.
I
candidati, o avvicinandosi al celebrante con i loro padrini o restando
al loro posto, dichiarano il loro nome; l'iscrizione del nome si può
fare in vari modi. Il nome o è segnato dallo stesso candidato, o
pronunciato a chiara voce, è segnato dal padrino o dal sacerdote. Se i
candidati sono molto numerosi, si può portare al sacerdote l'elenco dei
nomi, con queste parole o con altre simili:
Questi sono i nomi degli aspiranti ai sacramenti.
Mentre si segnano i nomi, si può eseguire un canto adatto, ad esempio il
salmo 15.
AMMISSIONE O ELEZIONE
147.
Terminata l'iscrizione dei nomi, il celebrante, dopo aver spiegato
brevemente ai presenti il significato del rito compiuto, si rivolge ai
candidati con queste parole o con altre simili:
N. e
N.,
siete stati prescelti per essere iniziati ai santi misteri nella
prossima Veglia pasquale.
Catecumeni:
Rendiamo grazie a Dio.
Continua:
Ora è vostro dovere, come anche di noi tutti, offrire con l'aiuto
divino, la vostra fedeltà a Dio, che è fedele alla sua chiamata, e
impegnarvi a percorrere con animo generoso il cammino verso il
compimento della vostra elezione.
Quindi, il celebrante si rivolge ai padrini con queste parole o con
altre simili:
Vi raccomandiamo nel Signore questi catecumeni
sui quali avete reso testimonianza:
assisteteli col vostro fraterno aiuto
e incoraggiateli con l'esempio,
finché giungano ai sacramenti della vita divina.
E
li invita a porre la mano sulla spalla dei rispettivi candidati o a
compiere un altro gesto che abbia lo stesso significato.
PREGHIERA PER GLI ELETTI
148.
La
comunità prega con queste parole o con altre simili.
Celebrante:
Fratelli carissimi, nell'attesa di celebrare i misteri della
nostra salvezza, la passione e la risurrezione del Signore, iniziamo
oggi il nostro itinerario quaresimale.
Questi eletti che conduciamo con noi verso i sacramenti pasquali,
attendono l'esempio del nostro rinnovamento.
Preghiamo dunque il Signore per loro e per noi perché questo reciproco
impegno di conversione ci renda degni delle grazie pasquali.
Lettore:
Per i catecumeni
perché, memori del giorno della loro elezione,
conservino un animo grato per la benedizione
che hanno ricevuto, preghiamo.
R.
Ascoltaci, Signore.
Lettore:
Perché
traggano profitto da questo tempo di grazia,
sostengano le fatiche della rinunzia
e compiano insieme con noi
le opere della santificazione, preghiamo.
R.
Ascoltaci, Signore.
Lettore:
Per i catechisti, perché sappiano far gustare
la dolcezza della parola di Dio, preghiamo.
R.
Ascoltaci, Signore.
Lettore:
Per i padrini,
perché sappiano mostrare ai catecumeni
come ispirarsi sempre al Vangelo
nella vita privata e nelle relazioni sociali,
preghiamo.
R.
Ascoltaci, Signore.
Lettore:
Per le famiglie di questi eletti,
perché li favoriscano e li aiutino a rispondere
con generosità all'azione dello Spirito Santo,
preghiamo.
R.
Ascoltaci, Signore.
Lettore:
Per la nostra comunità,
perché in questo tempo quaresimale
sia esemplare nella carità e
perseverante nella preghiera, preghiamo.
R.
Ascoltaci, Signore.
Lettore:
Per tutti coloro
che ancora sono angustiati dal dubbio,
perché aderendo con fede a Cristo,
possano giungere alla fraterna comunione con noi,
preghiamo.
R.
Ascoltaci, Signore.
Alle sopraddette intenzioni si aggiunga quella per le necessità della
Chiesa e di tutto il mondo, se poi, dopo il congedo dei catecumeni, si
omette nella Messa la preghiera universale o dei fedeli (cfr n.
151
).
Altra forma di preghiera per gli eletti a scelta al n.375
.
149.
Il
celebrante, stendendo le mani sopra gli eletti, conclude la preghiera
con la seguente orazione:
O Dio, che nella tua onnipotenza
hai creato l'uomo
e nella tua misericordia l'hai redento,
guarda con bontà ai tuoi figli di adozione
e accogli questi eletti
nel popolo della nuova alleanza,
perché, diventati figli della tua promessa,
ottengano per grazia
ciò che non hanno potuto ottenere con le loro forze.
Per Cristo nostro Signore.
R.
Amen.
Oppure:
Padre onnipotente,
che vuoi rinnovare tutto in Cristo
e attirare a lui tutti gli uomini,
degnati di guidare questi eletti della tua Chiesa
e fa' che, fedeli alla vocazione ricevuta,
entrino a far parte del regno del
tuo Figlio
e ricevano il sigillo dello Spirito Santo.
Per Cristo nostro Signore.
R.
Amen.
CONGEDO DEGLI ELETTI
150.
Il
celebrante congeda poi gli eletti con questa monizione o con un'altra
simile:
Carissimi eletti: avete iniziato insieme con noi l'itinerario
quaresimale; Cristo sarà per voi via, verità e vita, specialmente coi
prossimi scrutini, nei quali tornerete a riunirvi con noi.
Ora andate in pace.
Eletti: Amen.
Gli
eletti escono. Se, per giusti motivi, non possono uscire (cfr n.
19, § 3)
ma devono rimanere con i fedeli, si badi bene che, se sono presenti
all'Eucaristia, essi non vi partecipino come i battezzati.
Se
non si celebra l'Eucaristia, si aggiunga, secondo l'opportunità, un
canto adatto e si congedino i fedeli insieme con gli eletti.
CELEBRAZIONE DELL’EUCARISTIA
151.
Dopo che gli eletti sono usciti, si celebra l'Eucaristia. Subito inizia
la preghiera universale o dei fedeli con le intenzioni per le necessità
della Chiesa e di tutto il mondo. Poi, se è il caso, si recita il Credo
e si fa la preparazione dei doni. Tuttavia, per ragioni pastorali, si
possono omettere la preghiera dei fedeli e il Credo.
TEMPO E RITI
DELLA PURIFICAZIONE
E DELL’ILLUMINAZIONE
152. In questo tempo, che abitualmente coincide con la
Quaresima e comincia con l’«elezione», i catecumeni, insieme con la
comunità locale, si impegnano nel rinnovamento spirituale per prepararsi
alle feste pasquali e all'iniziazione ai sacramenti. A questo fine si
celebrano gli scrutini, le consegne e i riti immediatamente preparatori.
153. Gli scrutini e le consegne si fanno nella
Quaresima che precede i sacramenti dell'iniziazione. Con questi riti si
completa la preparazione spirituale e catechistica degli eletti o
«aspiranti» che si protrae per tutto il tempo della Quaresima.
I. GLI SCRUTINI
154.
Gli scrutini, che si concludono con gli esorcismi, hanno una grande
importanza nella formazione spirituale. Tendono infatti a purificare la
mente e il cuore, a fortificare contro le tentazioni, a rettificare le
intenzioni e a stimolare la volontà verso una più intima adesione a
Cristo e verso un sempre più fermo impegno nell'amore di Dio da parte
dei catecumeni.
155. Si richiede agli aspiranti la volontà di acquistare un
profondo senso del Cristo e della Chiesa e specialmente ci si attende da
loro un progresso nella sincera conoscenza di sé, in una seria revisione
spirituale e nella vera penitenza.
156. Con il rito dell'esorcismo, celebrato dai sacerdoti o
dai diaconi, gli eletti, istruiti dalla Madre Chiesa sul mistero della
liberazione dal peccato per merito di Cristo, sono liberati dalle
conseguenze del peccato e dall'influsso diabolico, sono rinvigoriti nel
loro cammino spirituale e aprono il cuore ai doni del Salvatore.
157. Per suscitare il desiderio della purificazione e della
redenzione di Cristo, si tengono tre scrutini; il loro scopo è di
illuminare a poco a poco i catecumeni sul mistero del peccato, da cui
l'universo intero e ogni uomo desiderano di esser redenti per liberarsi
dalle sue conseguenze nel presente e nel futuro, e anche di rendere
familiare agli animi il senso del Cristo Redentore, che è acqua viva
(cfr il Vangelo della samaritana), luce (cfr il Vangelo del cieco nato),
risurrezione e vita (cfr il Vangelo della risurrezione di Lazzaro). Dal
primo all'ultimo scrutinio ci deve essere un progresso nella conoscenza
del peccato e nel desiderio della salvezza.
158. Gli scrutini sono celebrati dal sacerdote o dal diacono
che presiede la comunità, perché dalla liturgia degli scrutini anche i
fedeli ricavino profitto e nelle orazioni intercedano per gli eletti.
159. Gli scrutini si svolgono nelle Messe degli scrutini che
si celebrano nelle domeniche III, IV e V di Quaresima; si scelgano le
letture del ciclo «A» con i loro canti, come sono assegnate nel
Lezionario domenicale e festivo. Se, per ragioni pastorali, non si
possono tenere in queste domeniche, si scelgano altre domeniche di
Quaresima o anche giorni feriali particolarmente adatti. Tuttavia la
prima Messa degli scrutini sia sempre la Messa della samaritana, la
seconda del cieco nato, la terza di Lazzaro (nn. 386-389).
PRIMO SCRUTINIO
160. Il
primo scrutinio si celebra nella III domenica di Quaresima, usando le
formule che si trovano nel Messale (Messa rituale «Per gli scrutini
battesimali») e nel Lezionario domenicale e festivo, ciclo A (cfr nn.
386-387).
OMELIA
161.
Nell'omelia il celebrante, soffermandosi sulle letture della sacra
Scrittura, spiega le ragioni del primo scrutinio, tenendo presenti sia
la liturgia quaresimale come anche l'itinerario spirituale degli eletti.
PREGHIERA IN SILENZIO
162.
Dopo l'omelia, gli eletti insieme con i padrini e con le madrine si
dispongono davanti al celebrante. Questi, rivolgendosi anzitutto ai
fedeli, li invita a pregare in silenzio per gli eletti per chiedere in
loro lo spirito di penitenza, il senso del peccato e la vera libertà dei
figli di Dio.
Poi, rivolgendosi ai catecumeni, invita anche loro a pregare in silenzio
e li esorta a esprimere anche esteriormente il senso della penitenza o
inchinandosi o inginocchiandosi. Infine conclude con queste parole o con
altre simili:
Eletti
di Dio,
inchinatevi
[oppure:
inginocchiatevi ]
e pregate.
Gli
eletti si inchinano o si inginocchiano. Tutti pregano per qualche tempo
in silenzio. Poi, secondo l'opportunità, tutti si alzano.
PREGHIERA PER GLI ELETTI
163.
Mentre si fa la preghiera per gli eletti, i padrini e le madrine tengono
la destra sulla spalla di ciascun eletto.
Celebrante:
Preghiamo
per questi eletti, che la Chiesa ha scelto con fiducia e dopo il lungo
cammino già percorso, perché, compiuta la loro preparazione, nelle
solennità pasquali si incontrino con Cristo nei suoi sacramenti.
Lettore:
Perché meditino nel loro cuore
la parola di Dio
e la gustino sempre più
di giorno in giorno, preghiamo.
R.
Ascoltaci, Signore.
Lettore:
Perché conoscano Cristo,
che è venuto a salvare
ciò che era perduto, preghiamo.
R.
Ascoltaci, Signore.
Lettore:
Perché con umiltà di cuore
si riconoscano peccatori, preghiamo.
R.
Ascoltaci, Signore.
Lettore:
Perché con sincera decisione
rifiutino ciò che nella loro condotta
è dispiaciuto a Cristo
e si oppone alla sua legge di amore, preghiamo.
R.
Ascoltaci, Signore.
Lettore:
Perché lo Spirito Santo,
che scruta i cuori di tutti,
sostenga con la sua forza la loro debolezza,
preghiamo.
R.
Ascoltaci, Signore.
Lettore:
Perché imparino dallo Spirito Santo
la legge d'amore di Dio
e possano piacere a lui, preghiamo.
R.
Ascoltaci, Signore.
Lettore:
Perché le famiglie degli eletti
ripongano in Cristo la loro speranza
e possano trovare in lui la santità e la pace,
preghiamo.
R.
Ascoltaci, Signore.
Lettore:
Perché anche noi,
in preparazione alle feste pasquali,
purifichiamo le nostre menti, solleviamo i nostri cuori
e compiamo le opere della carità, preghiamo.
R.
Ascoltaci, Signore.
Lettore:
Perché in tutto il mondo
si rafforzi ciò che è infermo,
si risollevi ciò che è abbattuto,
ciò che è perduto si ritrovi
e a tutte le creature si estenda la redenzione,
preghiamo.
R.
Ascoltaci, Signore.
La
monizione del celebrante e le intenzioni della preghiera si possono
adattare alle varie circostanze. Inoltre si aggiunga l'intenzione
consueta per le necessità della Chiesa e di tutto il mondo se, dopo il
congedo dei catecumeni, nella celebrazione dell'Eucaristia si tralascia
la preghiera universale o dei fedeli (cfr n.
166).
Altra forma di preghiera per gli eletti a scelta al n.
376.
ESORCISMO
164.
Dopo la preghiera per gli eletti, il celebrante, rivolgendosi verso gli
eletti stessi, dice a mani giunte:
O
Dio,
che hai mandato il tuo Figlio come salvatore,
fa' che questi nostri catecumeni,
ansiosi di ricevere l'acqua viva
come la samaritana del Vangelo,
siano trasformati dalla tua parola
e riconoscano i loro peccati
e le loro infermità.
Non permettere
che una vana fiducia in se stessi li illuda
né li inganni l'insidia del maligno,
ma liberali dallo spirito di falsità,
perché riconoscano i loro errori
e purificati interiormente
possano entrare nella via della salvezza.
Per Cristo nostro Signore.
Tutti:
Amen.
Quindi, se ciò si può fare con facilità, il celebrante in silenzio
impone la mano su ciascun eletto.
Poi, stendendo le mani sopra gli eletti, il celebrante continua:
Signore
Gesù,
tu sei la fonte a cui questi eletti giungono assetati,
tu sei il maestro che essi cercano.
Davanti a te, che solo sei il santo,
non osano dirsi senza colpa.
A te aprono con fiducia il loro cuore,
confessano i loro peccati,
scoprono le piaghe nascoste del loro spirito.
Nella tua bontà liberali da tutti i mali,
guariscili nella loro malattia,
estingui la loro sete,
dona loro la tua pace.
Per la forza del tuo nome,
che invochiamo fiduciosi,
vieni a salvarli, o Signore.
Comanda allo spirito maligno
che hai sconfitto con la tua risurrezione.
Mostra a questi tuoi eletti
la via da percorrere nello Spirito Santo,
perché camminando verso il Padre,
lo adorino nella verità.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Tutti:
Amen.
Altra forma di esorcismo a scelta al n.
379.
Secondo l'opportunità, si esegue un canto adatto, scelto ad esempio fra
i salmi 6, 25, 31, 37, 38, 39, 50, 114, 129, 138, 141.
CONGEDO DEGLI ELETTI
165.
Infine il celebrante congeda gli eletti, dicendo:
Andate
in pace e tornate per il prossimo scrutinio.
Il Signore sia sempre con voi.
Eletti:
Amen.
Gli
eletti escono. Se per giusti motivi non possono uscire, si faccia come
nel rito dell'ammissione al catecumenato, n.
96.
Se non si celebra l'Eucaristia, si aggiunge secondo l'opportunità un
canto adatto e i fedeli vengono congedati insieme con gli eletti.
CELEBRAZIONE DELL’EUCARISTIA
166.
Dopo che gli eletti sono usciti si celebra l'Eucaristia. Subito inizia
la preghiera universale o dei fedeli con le intenzioni per le necessità
della Chiesa e di tutto il mondo. Poi si dice il Credo e si fa la
preparazione dei doni; tuttavia, per ragioni pastorali, si possono
tralasciare la preghiera dei fedeli e il Credo. Nella preghiera
eucaristica si faccia menzione degli eletti e dei padrini (vedi Messale
Romano: Messa «Per gli scrutini battesimali»).
SECONDO SCRUTINIO
167. Il
secondo scrutinio si celebra nella IV domenica di Quaresima, usando le
formule che si trovano nel Messale (Messa rituale «Per gli scrutini
battesimali») e nel Lezionario domenicale e festivo, ciclo A (cfr nn. 386 e 388).
OMELIA
168.
Nell'omelia il celebrante, soffermandosi sulle letture della sacra
Scrittura, spiega le ragioni del secondo scrutinio, tenendo presenti sia
la liturgia quaresimale come anche l'itinerario spirituale degli eletti.
PREGHIERA IN SILENZIO
169.
Dopo l'omelia, gli eletti insieme con i padrini e con le madrine si
dispongono davanti al celebrante. Questi, rivolgendosi anzitutto ai
fedeli, li invita a pregare in silenzio per gli eletti per chiedere in
loro lo spirito di penitenza, il senso del peccato e la vera libertà dei
figli di Dio.
Poi, rivolgendosi ai catecumeni, invita anche loro a pregare in silenzio
e li esorta a esprimere, anche esteriormente, il senso della penitenza o
inchinandosi o inginocchiandosi. Infine conclude con queste parole o con
altre simili:
Eletti
di Dio,
inchinatevi
[oppure: inginocchiatevi]
e pregate.
Allora gli eletti si inchinano o si inginocchiano. Tutti pregano per
qualche tempo in silenzio. Quindi, secondo l'opportunità, tutti si
alzano.
PREGHIERA PER GLI ELETTI
170.
Mentre si fa la preghiera per gli eletti, i padrini e le madrine pongono
la mano destra sulla spalla di ciascun eletto.
Celebrante:
Preghiamo
per questi eletti, che Dio ha chiamato perché vivano uniti a lui nella
santità e rendano buona testimonianza alle parole di vita eterna.
Lettore:
Perché, confidando nella verità di Cristo
Signore,
ottengano e sempre conservino
la libertà dello spirito e del cuore, preghiamo.
R.
Ascoltaci, Signore.
Lettore:
Perché meditando la sapienza della croce,
possano gloriarsi in Dio
che confonde la sapienza di questo mondo,
preghiamo.
R. Ascoltaci, Signore.
Lettore:
Perché, ottenuta la liberazione dal peccato
in virtù dello Spirito Santo,
si volgano dal timore alla fiducia,
preghiamo.
R.
Ascoltaci, Signore.
Lettore:
Perché, rinnovati profondamente nello spirito,
ricerchino sempre ciò che è giusto e santo,
preghiamo.
R.
Ascoltaci, Signore.
Lettore:
Perché tutti coloro che soffrono persecuzione
per il nome di Cristo
ottengano da lui il sostegno nelle loro prove,
preghiamo.
R.
Ascoltaci, Signore.
Lettore:
Perché le famiglie e i popoli
che sono impediti di abbracciare la fede cristiana
ottengano la libertà di credere al Vangelo,
preghiamo.
R.
Ascoltaci, Signore.
Lettore:
Perché tutti noi,
messi alla prova dell'esperienza del mondo,
restiamo sempre fedeli allo spirito del Vangelo,
preghiamo.
R.
Ascoltaci, Signore.
Lettore:
Perché tutto il mondo, amato dal Padre,
possa giungere nella Chiesa alla piena
e spirituale libertà,
preghiamo.
R.
Ascoltaci, Signore.
La
monizione del celebrante e le intenzioni della preghiera si possono
adattare alle varie circostanze. Inoltre si aggiunga l'intenzione
consueta per le necessità della Chiesa e di tutto il mondo, se, dopo il
congedo degli eletti, nella celebrazione della Eucaristia è tralasciata
la preghiera universale o dei fedeli (cfr n. 173).
Altra forma di preghiera per gli eletti a scelta al n. 378.
ESORCISMO
171.
Dopo la preghiera per gli eletti il celebrante, rivolgendosi verso gli
eletti stessi, dice a mani giunte:
Preghiamo.
Padre
di bontà,
che hai concesso al cieco nato
di credere in Cristo tuo Figlio
e di entrare a far parte del tuo regno,
fa' che questi tuoi eletti
siano liberati dalle menzogne
da cui sono insidiati e accecati,
e fa' che, radicati saldamente nella fede,
diventino figli della luce
e siano sempre luminosi di santità e di grazia.
Per Cristo nostro Signore.
Tutti:
Amen.
Quindi, se ciò si può fare con facilità, il celebrante in silenzio
impone le mani su ciascun eletto.
Poi, stendendo le mani sopra gli eletti, il celebrante continua:
Signore
Gesù,
luce vera che illumini ogni uomo,
libera per mezzo del tuo Spirito di verità
tutti coloro che sono oppressi
sotto il giogo del padre della menzogna,
e suscita in coloro che hai eletto ai tuoi sacramenti
il desiderio di aderire a te,
perché, nella gioia della tua luce,
come il cieco del Vangelo che riebbe la vista,
divengano fermi e sicuri testimoni della fede.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Tutti:
Amen.
Altra forma di esorcismo a scelta al n.
379.
Secondo l'opportunità, si esegue un canto adatto, scelto, ad esempio fra
i salmi 6, 25, 31, 37, 38, 39, 50, 114, 129, 138, 141.
CONGEDO DEGLI ELETTI
172.
Infine il celebrante congeda gli eletti, dicendo:
Andate
in pace e tornate per il prossimo scrutinio.
Il Signore sia sempre con voi.
Eletti:
Amen.
Gli
eletti escono. Se però, per giusti motivi, non possono uscire, si faccia
come nel rito dell'ammissione al catecumenato, n. 96. Se non si celebra
l'Eucaristia, si aggiunge secondo l'opportunità, un canto adatto, e i
fedeli vengono congedati insieme con gli eletti.
CELEBRAZIONE DELL’EUCARISTIA
173.
Dopo che gli eletti sono usciti, si celebra l'Eucaristia. Subito inizia
la preghiera universale o dei fedeli con le intenzioni per le necessità
della Chiesa e di tutto il mondo. Poi si dice il Credo e si fa la
preparazione dei doni; tuttavia, per ragioni pastorali, si possono
tralasciare la preghiera universale o dei fedeli e il Credo. Nella
preghiera eucaristica si faccia menzione degli eletti e dei padrini
(vedi Messale Romano: Messa «Per gli scrutini quaresimali»).
TERZO SCRUTINIO
174.
Il terzo scrutinio si celebra nella V domenica di Quaresima, usando le
formule che si trovano nel Messale (Messa rituale «Per gli scrutini
battesimali») e nel Lezionario domenicale e festivo, ciclo A (cfr anche
più avanti ai nn. 386 e 389).
OMELIA
175.
Nell'omelia il celebrante, soffermandosi sulle letture della sacra
Scrittura, spiega le ragioni del terzo scrutinio, tenendo presenti sia
la liturgia quaresimale come anche l'itinerario spirituale degli eletti.
PREGHIERA IN SILENZIO
176.
Dopo l'omelia, gli eletti insieme con i padrini e con le madrine si
dispongono davanti al celebrante. Questi, rivolgendosi anzitutto ai
fedeli, li invita a pregare in silenzio per gli eletti per chiedere per
loro lo spirito di penitenza, il senso del mistero del peccato e della
morte e la speranza dei figli di Dio nella vita eterna. Poi,
rivolgendosi ai catecumeni, invita anche loro a pregare in silenzio e li
esorta a esprimere anche esteriormente il senso della penitenza o
inchinandosi o inginocchiandosi. Infine conclude con queste parole o con
altre simili:
Eletti
di Dio,
inchinatevi
[oppure: inginocchiatevi]
e pregate.
Allora gli eletti si inchinano o si inginocchiano. Tutti pregano per
qualche tempo in silenzio. Poi, secondo l'opportunità, tutti si alzano.
PREGHIERA PER GLI ELETTI
177.
Mentre si fa la preghiera per gli eletti, i padrini e le madrine pongono
la mano destra sulla spalla di ciascun eletto.
Celebrante:
Preghiamo
per questi eletti che Dio ha scelto perché, resi conformi alla morte e
alla risurrezione del Cristo, possano superare con la grazia dei
sacramenti le conseguenze del peccato che ha portato nel mondo la morte.
Lettore:
Perché la loro fede li renda più forti
contro tutti gli inganni del mondo,
preghiamo.
R.
Ascoltaci, Signore.
Lettore:
Perché siano riconoscenti al Signore
che li ha tolti dall'ignoranza
riguardo alla speranza eterna
e li ha fatti incamminare
per la via della salvezza
preghiamo.
R. Ascoltaci, Signore.
Lettore:
Perché, sull'esempio e per l'intercessione
dei catecumeni che versarono il sangue per Cristo,
siano sollevati alla speranza della vita eterna,
preghiamo.
R.
Ascoltaci, Signore.
Lettore:
Perché tutti aborriscano il peccato
che distrugge la vita, preghiamo.
R.
Ascoltaci, Signore.
Lettore:
Perché coloro che sono afflitti
per la morte dei loro cari
trovino in Cristo la consolazione e la pace,
preghiamo.
R. Ascoltaci, Signore.
Lettore:
Perché anche noi
al ritorno delle solennità pasquali
siamo confermati nella speranza
di risorgere con Cristo, preghiamo.
R.
Ascoltaci, Signore.
Lettore:
Perché il mondo intero,
creato dall'amore di Dio,
sia rinnovato dalla crescita della fede e della carità,
preghiamo.
R.
Ascoltaci, Signore.
La
monizione del celebrante e le intenzioni della preghiera si possono
adattare alle varie circostanze. Inoltre si aggiunga l'intenzione
consueta per le necessità della Chiesa e di tutto il mondo se, dopo il
congedo dei catecumeni, nella celebrazione dell'Eucaristia si tralascia
la preghiera. universale o dei fedeli (cfr n. 180).
Altra forma di preghiera per gli eletti, a scelta al n.
380.
ESORCISMO
178.
Dopo la preghiera per gli eletti, il celebrante, rivolgendosi verso gli
eletti stessi, dice a mani giunte:
Preghiamo.
O Dio, Padre della vita eterna,
tu sei il Dio non dei morti, ma dei vivi
e hai inviato il Figlio tuo messaggero della vita,
perché strappasse gli uomini
al regno della morte
e li conducesse alla risurrezione.
Libera questi eletti
dal potere dello spirito maligno,
perché possano ricevere
la nuova vita del Cristo risorto
e le rendano testimonianza con le opere.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
Tutti:
Amen.
Quindi, se ciò si può fare con facilità, il celebrante in silenzio
impone la mano su ciascun eletto.
Poi, stendendo le mani sopra gli eletti, il celebrante continua:
Signore
Gesù,
che, risuscitando Lazzaro da morte,
hai rivelato d'esser venuto
perché gli uomini avessero la vita e
l'avessero in abbondanza,
libera dalla morte questi eletti,
che cercano la vita nei tuoi sacramenti,
allontana da loro lo spirito del male
e, per mezzo del tuo Spirito datore di vita,
comunica loro la fede, la speranza e la carità,
perché vivano sempre uniti a te
e abbiano parte alla gloria della tua risurrezione.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Tutti:
Amen.
Altra forma di esorcismo a scelta al n. 381.
Secondo l'opportunità, si esegue un canto adatto scelto ad esempio fra i
salmi 6, 25, 31, 37, 38, 39, 50, 114, 129, 138, 141.
CONGEDO DEGLI ELETTI
179.
Infine il celebrante congeda gli eletti, dicendo:
Andate
in pace e il Signore sia sempre con voi.
Eletti:
Amen.
Gli
eletti escono. Se però per giusti motivi non possono uscire, si faccia
come nel rito per l'ammissione al catecumenato, n. 96.
Se non si celebra l'Eucaristia, si aggiunge, secondo l'opportunità, un
canto adatto e i fedeli vengono congedati insieme con gli eletti.
CELEBRAZIONE DELL’EUCARISTIA
180.
Dopo che gli eletti sono usciti, si celebra l'Eucaristia. Subito inizia
la preghiera universale o dei fedeli con le intenzioni per le necessità
della Chiesa e di tutto il mondo. Poi si recita il Credo e si fa la
preparazione dei doni; tuttavia, per ragioni pastorali, si possono
tralasciare la preghiera universale o dei fedeli e il Credo. Nella
preghiera eucaristica si faccia menzione degli eletti e dei padrini
(vedi Messale Romano: Messa «Per gli scrutini battesimali»).
II. LE CONSEGNE
181. Se
ancora non sono state fatte (cfr nn.125-126),
dopo gli scrutini si devono celebrare le «consegne» (traditiones) con le
quali, compiuta o iniziata da tempo conveniente l'istruzione dei
catecumeni, la Chiesa amorevolmente affida loro i documenti che fin
dall'antichità sono ritenuti il compendio della sua fede e della sua
preghiera.
182. È auspicabile che il rito si tenga davanti alla comunità dei
fedeli dopo la liturgia della parola di una Messa feriale, con letture
adatte alle «consegne».
CONSEGNA DEL SIMBOLO
183. La
prima «traditio» è la «consegna del Simbolo» che gli eletti impareranno
a memoria e poi dovranno riconsegnare pubblicamente (cfr nn.194-199
),
prima di fare, nel giorno del Battesimo, la loro professione di fede
secondo il Simbolo stesso.
184. La
consegna del Simbolo si farà entro la settimana successiva al primo
scrutinio. Secondo l'opportunità, si può fare anche nel tempo del
catecumenato (cfr nn.
125-126).
LETTURE E OMELIA
185. In
luogo delle letture che sono assegnate alla feria, si leggeranno le
pericopi adatte come indicato al n.390.
Segue l'omelia nella quale il celebrante, soffermandosi sul testo sacro,
spiega il significato e l'importanza del Simbolo sia rispetto alla
catechesi trasmessa sia rispetto alla professione di fede da farsi nel
Battesimo e da mantenersi per tutta la vita.
CONSEGNA DEL SIMBOLO
186.
Dopo l'omelia il diacono dice:
Si avvicinino gli eletti per ricevere dalla Chiesa il Simbolo della
fede.
Quindi il celebrante si rivolge loro con queste parole o con altre
simili:
Carissimi:
ascoltate le parole della fede per mezzo della quale riceverete la nuova
vita in Dio. Sono poche parole, ma contengono grandi misteri.
Accoglietele e conservatele con cuore sincero.
Poi
il celebrante dà inizio alla recita del Simbolo, dicendo:
Io
credo in Dio Padre onnipotente,
e
prosegue solo o insieme con la comunità dei fedeli:
creatore del cielo e della terra;
e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore,
il quale fu concepito di Spirito Santo,
nacque da Maria vergine,
patì sotto Ponzio Pilato,
fu crocifisso, morì e fu sepolto;
discese agli inferi
il terzo giorno risuscitò da morte;
salì al cielo,
siede alla destra di Dio Padre onnipotente;
di là ha da venire a giudicare i vivi e i morti.
Credo nello Spirito Santo,
la santa Chiesa cattolica,
la comunione dei Santi,
la remissione dei peccati,
la risurrezione della carne,
la vita eterna.
Amen.
_____________________________________________________
Secondo l'opportunità, si può usare anche il Simbolo
Niceno-Costantinopolitano:
Credo
in un solo Dio, Padre onnipotente,
creatore del cielo e della terra,
di tutte le cose visibili e invisibili.
Credo in un solo Signore, Gesù Cristo,
unigenito Figlio di Dio,
nato dal Padre prima di tutti i secoli:
Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero,
generato, non creato,
della stessa sostanza del Padre;
per mezzo di lui tutte le cose sono state create.
Per noi uomini e per la nostra salvezza
discese dal cielo,
e per opera dello Spirito Santo
si è incarnato nel seno della Vergine Maria
e si è fatto uomo.
Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato,
morì e fu sepolto.
Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture,
è salito al cielo, siede alla destra del Padre.
E di nuovo verrà, nella gloria,
per giudicare i vivi e i morti,
e il suo regno non avrà fine.
Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita,
e procede dal Padre e dal Figlio.
Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato,
e ha parlato per mezzo dei profeti.
Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica.
Professo un solo battesimo
per il perdono dei peccati.
Aspetto la risurrezione dei morti
e la vita del mondo che verrà.
Amen.
_____________________________________________________
ORAZIONE SOPRA GLI ELETTI
187. Il
celebrante invita i fedeli a pregare con queste parole o con altre
simili:
Preghiamo per i nostri eletti:
il Signore, Dio nostro,
illumini i loro cuori
e apra loro la porta della sua misericordia,
perché mediante l'acqua del Battesimo
ricevano il perdono di tutti i peccati
e siano incorporati in Cristo Gesù,
nostro Signore.
Tutti pregano in silenzio.
Quindi il celebrante, stendendo la mani sopra gli eletti, dice:
O
Signore,
sorgente di luce e di verità,
ci rivolgiamo alla tua eterna
e giustissima misericordia,
per questi tuoi servi
N.
e
N.,
rendili puri e santi;
concedi loro il dono di una scienza vera,
di una ferma speranza
e di una dottrina santa,
perché siano degni
di ricevere la grazia del Battesimo.
Per Cristo nostro Signore.
Tutti:
Amen.
CONSEGNA DELLA PREGHIERA DEL SIGNORE
188.
Agli eletti viene consegnata anche la «Preghiera del Signore» (Padre
nostro) che fin dall'antichità è propria di coloro che con il Battesimo
hanno ricevuto lo spirito di adozione a figli e che i neofiti
reciteranno insieme con gli altri battezzati nella prima celebrazione
dell'Eucaristia a cui parteciperanno.
189. La
consegna della Preghiera del Signore si fa nella settimana successiva al
terzo scrutinio. Secondo l'opportunità, si può celebrare anche entro il
tempo del catecumenato (cfr nn. 125-126). Se necessario, si può anche
rinviare e fare con i riti immediatamente preparatori (cfr nn. 193
ss.).
LETTURE E CANTI
190. In
luogo delle letture che sono assegnate alla feria, si leggeranno le
pericopi adatte come indicato al n.
391.
VANGELO
191. Il
diacono dice:
Si avvicinino gli eletti che devono ricevere la
Preghiera del Signore.
Allora il celebrante si rivolge agli eletti con queste parole o con
altre simili:
Ascoltate
come il Signore insegnò a pregare ai suoi discepoli.
X
Dal vangelo secondo Matteo
6,
9-13
In
quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli
«Voi pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli
sia santificato il tuo nome;
venga il tuo regno;
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male ».
Segue l'omelia nella quale il celebrante spiega il significato e
l'importanza della Preghiera del Signore.
ORAZIONE SOPRA GLI ELETTI
192.
Quindi il celebrante invita i fedeli a pregare con queste parole o con
altre simili:
Preghiamo
per i nostri eletti:
il Signore, Dio nostro,
illumini i loro cuori
e apra loro la porta della sua misericordia,
perché mediante l'acqua del Battesimo
ricevano il perdono di tutti i peccati
e siano incorporati in Cristo Gesù,
nostro Signore.
Tutti pregano in silenzio.
Il celebrante, stendendo le mani sopra gli eletti, dice:
Dio
onnipotente ed eterno,
che rendi la tua Chiesa
sempre feconda di nuovi figli,
aumenta nei nostri eletti
l'intelligenza della fede,
perché, nati a vita nuova nel fonte battesimale,
siano accolti fra i tuoi figli di adozione.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
III. RITI IMMEDIATAMENTE
PREPARATORI
193. Se
gli eletti possono riunirsi il Sabato Santo per prepararsi nella
meditazione e nella preghiera a ricevere i sacramenti, si propongono i
riti seguenti, che si possono usare o tutti o in parte, secondo
l'opportunità.
RICONSEGNA DEL SIMBOLO
194. Con
questo rito gli eletti sono preparati alla professione battesimale della
fede e sono istruiti sul dovere di annunziare la parola del Vangelo.
195. Se,
per necessità, non si è potuto consegnare il Simbolo, la riconsegna
(redditio) non avrà luogo.
LETTURE OMELIE
196.
All'inizio si esegue un canto adatto. Quindi si legge una delle pericopi
indicate al n.
392 o
un'altra adatta.
Quindi si tiene una breve omelia.
197. Se
insieme si tiene il rito dell'«Effatà», la celebrazione comincia da
quanto indicato più avanti, ai nn.
200-202.
PREGHIERA
198.
Con le mani tese davanti al petto, il celebrante recita questa
preghiera:
Preghiamo.
Concedi,
Signore, che questi eletti,
che hanno conosciuto il tuo disegno di amore
e i misteri della vita del tuo Cristo,
li professino con la bocca
e li custodiscano con la fede
e compiano sempre nelle opere la tua volontà.
Per Cristo nostro Signore.
Tutti:
Amen.
RICONSEGNA DEL SIMBOLO
199.
Quindi gli eletti recitano il Simbolo:
Io
credo in Dio Padre onnipotente,
creatore del cielo e della terra;
e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore,
il quale fu concepito di Spirito Santo,
nacque da Maria vergine,
patì sotto Ponzio Pilato,
fu crocifisso, morì e fu sepolto;
discese agli inferi;
il terzo giorno risuscitò da morte;
salì al cielo,
siede alla destra di Dio Padre onnipotente;
di là ha da venire a giudicare i vivi e i morti.
Credo nello Spirito Santo,
la santa Chiesa cattolica,
la comunione dei Santi,
la remissione dei peccati,
la risurrezione della carne,
la vita eterna.
Amen.
Se
nella consegna del Simbolo si è usato il Simbolo
Niceno-Costantinopolitano, si usa lo stesso Simbolo anche nella
riconsegna (cfr n.
186).
RITO DELL’« EFFATÀ »
200. Con
questo rito, in forza del suo proprio simbolismo, si sottolinea la
necessità della grazia perché uno possa ascoltare la parola di Dio e
professarla per la propria salvezza.
LETTURA
201.
Dopo un canto adatto, si legge il passo di Mc 7, 31-37
(n. 393).
RITO DELL’« EFFATÀ »
202.
Quindi il celebrante, toccando col pollice l'orecchio destro e sinistro
dei singoli eletti e la loro bocca chiusa, dice:
Effatà,
cioè: Apriti,
perché tu possa professare la tua fede
a lode e gloria di Dio.
Se
gli eletti sono molto numerosi, la formula intera si adopera soltanto
per il primo; per gli altri si dica soltanto:
Effatà, cioè: Apriti.
SCELTA DEL NOME CRISTIANO
203. Si
può a questo punto assegnare il nuovo nome, se non è stato assegnato
prima a norma del n. 88.
Tale nome deve essere o cristiano o secondo la cultura propria della
regione, purché possa assumere un senso cristiano. Talvolta, se è il
caso e se gli eletti sono pochi, basterà spiegare all'eletto il
significato cristiano del nome già ricevuto dai genitori.
LETTURE
204.
Dopo un canto adatto, secondo l'opportunità, si fa una lettura come
indicato al n. 394,
o un'altra adatta, che il celebrante illustra brevemente.
SCELTA DEL NOME
205. Il
celebrante interroga l'eletto sul nome che si è scelto. Poi, secondo
l'opportunità, (cfr n. 203),
dice:
N.,
d'ora in poi ti chiamerai N.
Eletto:
Amen.
o
un’altra espressione adatta
Se
è il caso, il celebrante spiega il significato cristiano del nome già
ricevuto dai genitori.
UNZIONE CON L’OLIO DEI CATECUMENI
206. Se,
a giudizio della Conferenza Episcopale viene mantenuta l'unzione con
l'Olio dei catecumeni, e per mancanza di tempo non si può celebrare
durante la Veglia pasquale, si può farla nella giornata del Sabato
Santo. Si può dare separatamente o insieme con la riconsegna del Simbolo
o prima come preparazione o dopo come conferma.
Per l'unzione si usi l'olio dei catecumeni benedetto dal Vescovo nella
Messa crismale.
207. Se
non c'è l'olio già benedetto, per ragioni pastorali
lo può benedire il sacerdote, dicendo la seguente orazione:
O
Dio, sostegno e difesa del tuo popolo,
benedici quest'olio
X
del quale hai voluto fare
un segno della tua forza divina,
e ai catecumeni che ne riceveranno l'unzione
concedi forza e vigore;
illuminati dalla tua sapienza divina,
comprendano più profondamente
il Vangelo di Cristo;
sostenuti dalla tua potenza,
assumano con generosità
gli impegni della vita cristiana,
e, fatti degni dell'adozione a figli,
gustino la gioia di rinascere
e di vivere nella tua Chiesa.
Per Cristo nostro Signore.
Tutti:
Amen.
_____________________________________________________
Il
celebrante, rivolto agli eletti, dice:
Vi
ungo con l'olio, segno di salvezza:
vi fortifichi con la sua potenza Cristo Salvatore,
che vive e regna nei secoli dei secoli.
Eletti:
Amen.
Ciascun eletto riceve l'unzione con l'Olio dei catecumeni sul petto o su
ambedue le mani o, se ritenuto opportuno, anche su altre parti del
corpo. Se gli eletti sono molto numerosi, l'unzione può esser fatta da
più ministri.
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