278. Chi si trova in pericolo prossimo di morte,
o catecumeno o non catecumeno, può essere battezzato col rito più breve
qui sotto descritto (nn. 283-294), purché, se non è ancora
nell'imminenza della morte, sia capace di udire le interrogazioni e di
rispondere ad esse.
279.
Se già è stato accolto come catecumeno, deve promettere di completare la
catechesi, una volta ricuperate le forze. Se non è catecumeno, deve
mostrare segni attendibili di conversione a Cristo e di rinunzia ai
culti pagani e non deve apparire legato da impedimenti morali (ad
esempio da poligamia «simultanea», ecc.); inoltre deve promettere che,
se ricupererà la salute, seguirà tutto il corso dell'iniziazione a lui
conveniente.
280.
Questo rito si presta specialmente per essere usato dai catechisti e dai
laici. Tuttavia anche il sacerdote e il diacono, in caso di urgente
necessità, potranno usare questo rito. Di norma però il sacerdote e il
diacono devono usare il rito detto «più semplice» (nn. 240-273),
apportandovi i necessari adattamenti, secondo il luogo e il tempo.
Il sacerdote che battezza e che ha il sacro Crisma, se c'è tempo, non
tralasci di conferire, dopo il Battesimo, la Confermazione (n. 293),
omettendo in questo caso l'unzione col Crisma dopo il Battesimo (n.
263).
Parimenti, se possibile, sia il sacerdote che il diacono e, secondo
l'opportunità, anche il catechista o il laico che ha la facoltà di
distribuire la santa comunione, amministrino al neofito l'Eucaristia. In
questo caso, il sacramento può essere portato prima della celebrazione
del rito e, durante la stessa celebrazione, è collocato con onore sopra
una mensa, coperta di una tovaglia bianca.
281.
Nell'imminenza della morte, quando il tempo incalza, il ministro,
tralasciati tutti gli altri riti, fa sul capo dell'infermo l'infusione
dell'acqua, anche non benedetta, purché naturale, dicendo la formula
consueta (cfr Introduzione generale, n. 23).
282.
Coloro che sono stati battezzati o in pericolo prossimo di morte o
nell'imminenza della morte, se ricuperano la salute, siano istruiti con
una adatta catechesi e, accolti a tempo opportuno in chiesa, ricevano
gli altri sacramenti dell'iniziazione. In questo caso, si osservino, coi
dovuti adattamenti, i princìpi che sono stabiliti ai nn. 295-305.
INIZIO DEL RITO
283. Il catechista o il laico, dopo aver brevemente e
affabilmente salutato la famiglia, parla subito con lo stesso infermo
della sua richiesta e, se non è catecumeno, sui motivi della sua
conversione; poi, giudicata l'opportunità del Battesimo, lo catechizza
brevemente, secondo la necessità.
284. Successivamente invita presso
l'infermo la famiglia, il padrino (madrina), parenti e amici fra i quali
saranno scelti uno o due testimoni.
Si prepara l'acqua anche non benedetta.
DIALOGO
285. Ritornando presso l'infermo, il ministro lo
interroga di nuovo con queste parole o con altre simili:
Carissimo,
hai chiesto il Battesimo, perché, come è promesso ai cristiani, vuoi
avere la vita eterna. Questa è la vita eterna, che tu conosca il Dio
vero e colui che egli ha mandato, Gesù Cristo.
Questa è la fede dei cristiani: lo sai questo?
Infermo:
Sì.
Ministro:
Insieme
con la fede in Gesù Cristo, ti sarà necessaria anche la volontà di
osservare i suoi comandamenti, come fanno i veri cristiani: sai anche
questo?
Infermo:
Sì.
Ministro:
Vuoi
dunque vivere la vita propria dei cristiani?
Infermo:
Sì.
Ministro:
Prometti,
che, una volta ricuperate le forze, impiegherai una parte del tuo tempo
per meglio conoscere Gesù Cristo e per seguire il corso dell'iniziazione
cristiana?
Infermo:
Sì, lo prometto.
286. Allora, rivolto al padrino e ai
testimoni, il ministro li interroga con queste parole o con altre
simili:
Tu,
padrino,
che hai udito la sua promessa
[oppure: di N.],
prometti di fargliela poi presente e di aiutarlo a conoscere la dottrina
di Cristo, a frequentare la comunità e a comportarsi da buon cristiano?
Padrino:
Sì, lo prometto.
Ministro:
E
voi, che
siete presenti come testimoni, siete garanti della sua promessa?
Testimoni:
Sì, ne siamo garanti.
287. Rivolto di nuovo all'infermo,
dice:
Dunque,
secondo il mandato di Cristo Gesù, sarai battezzato per la vita eterna.
Secondo il tempo e l'opportunità, legge
alcune parole del Vangelo e, se è possibile, le spiega.
Esempi di questi brani sono indicati al n.
396.
PREGHIERA
288. Poi invita i presenti a recitare insieme questa
preghiera:
Invochiamo
la misericordia di Dio onnipotente per questo infermo che chiede la
grazia del Battesimo, per il suo padrino, per tutta la sua famiglia e
per i suoi amici.
Il ministro (o uno dei presenti) dice
alcune delle seguenti invocazioni:
Perché ti degni, Signore,
di accrescere la sua fede in Cristo,
tuo Figlio e nostro Salvatore.
R.
Ascoltaci, Signore.
Perché ti degni di esaudire
il suo desiderio di avere la vita eterna
e di entrare nel regno dei cieli.
R.
Ascoltaci, Signore.
Perché ti degni di portare a compimento
la sua speranza di conoscere te,
creatore del mondo e Padre degli uomini.
R.
Ascoltaci, Signore.
Perché ti degni di liberarlo per il Battesimo
dai suoi peccati e di santificarlo.
R.
Ascoltaci, Signore.
Perché ti degni di concedergli la salvezza
che Cristo ha meritato
con la sua passione e risurrezione.
R.
Ascoltaci, Signore.
Perché nel tuo amore ti degni
di donargli l'adozione a tuo figlio.
R.
Ascoltaci, Signore.
Perché ti degni di restituirgli la salute
e di concedergli il tempo di conoscere
più profondamente Gesù Cristo e di imitarlo.
R.
Ascoltaci, Signore.
Perché ti degni di conservare sempre
in una sola fede e in una sola carità noi tutti,
discepoli di Cristo,
battezzati per formare un solo corpo.
R.
Ascoltaci, Signore.
Le invocazioni sopraddette si possono
adattare secondo l'opportunità.
289. Il ministro conclude la
preghiera con queste parole:
Ascolta,
Signore, la nostra preghiera
e, guardando alla fede
e al desiderio del tuo diletto N.,
concedi che per questa acqua,
che hai scelto per la rinascita
soprannaturale degli uomini,
egli sia reso conforme alla passione
e alla risurrezione di Cristo,
ottenga la remissione di tutti i suoi peccati,
sia fatto figlio adottivo
e sia annoverato nel tuo popolo santo.
[Concedi anche
che, restituito alla salute,
ti renda grazie nella Chiesa
e aderendo fedelmente ai comandamenti di Cristo,
diventi un suo perfetto discepolo].
Per Cristo nostro Signore.
Tutti:
Amen.
RINUNZIA E PROFESSIONE DI FEDE
290. Quindi il ministro, rivolto all'infermo, gli
chiede la rinunzia e la professione di fede:
Rinunzi
a satana
e a tutte le sue opere e seduzioni?
Infermo:
Rinunzio.
Secondo l'opportunità, il ministro può
usare una formula più ampia (cfr n. 217)
e l'adattamento di cui al n. 80.
E continua:
N., credi
in Dio, Padre onnipotente,
creatore del cielo e della terra?
Infermo:
Credo.
Credi
in Gesù Cristo,
suo unico Figlio, nostro Signore,
che nacque da Maria vergine
morì e fu sepolto,
è risuscitato dai morti
e siede alla destra del Padre?
Infermo:
Credo.
Credi
nello Spirito Santo,
la santa Chiesa cattolica,
la comunione dei santi,
la remissione dei peccati,
la risurrezione della carne e la vita eterna?
Infermo:
Credo.
BATTESIMO
291.
Successivamente il ministro, pronunziando il nome che l'infermo desidera
ricevere, lo battezza, dicendo:
N., io ti
battezzo nel nome del Padre
prima infusione
e del Figlio
seconda infusione
e dello Spirito Santo.
terza infusione.
Se ministro del Battesimo è un diacono,
dopo l'infusione dell'acqua, potrà amministrare l'unzione col Crisma
dopo il Battesimo, nel modo e con la formula consueti (n. 263).
_____________________________________________________
292. Se non si può conferire la
Confermazione né dare la santa Comunione, subito dopo il Battesimo, il
ministro dice:
N.,
liberato dai tuoi peccati e rigenerato da Dio Padre, sei ora diventato
suo figlio in Cristo.
Presto, se a Dio piacerà riceverai nella Confermazione la pienezza dello
Spirito Santo e, accostandoti all'altare di Dio, parteciperai alla mensa
del suo sacrificio. Ora nello spirito di figlio adottivo, che oggi hai
ricevuto, prega insieme con noi, come il Signore ci ha insegnato.
Il neofito e i presenti insieme con il
ministro recitano il Padre nostro.
_____________________________________________________
CONFERMAZIONE
293. Se il Battesimo è stato conferito dal sacerdote,
questi può conferire anche la Confermazione (cfr sopra al n.
280), dopo aver premesso una monizione con
queste parole o con altre simili:
Carissimo
N., che nel
Battesimo sei rinato alla vita di figlio di Dio e sei diventato un
membro di Cristo e del suo popolo sacerdotale, ti resta ora di ricevere
il dono dello Spirito Santo, che nel giorno di Pentecoste fu inviato dal
Signore sopra gli Apostoli e che dagli Apostoli e dai loro successori è
stato comunicato ai battezzati.
Poi, secondo l'opportunità, invita i
presenti a pregare in silenzio per qualche tempo. Terminata la
preghiera, il sacerdote, imponendo le mani sopra il confermando, dice:
Dio
onnipotente,
Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che hai rigenerato questo tuo figlio
dall'acqua e dallo Spirito Santo
liberandolo dal peccato,
infondi in lui il tuo santo Spirito Paràclito:
spirito di sapienza e di intelletto,
spirito di consiglio e di fortezza,
spirito di scienza e di pietà,
e riempilo dello spirito del tuo santo timore.
Per Cristo nostro Signore.
Tutti:
Amen.
Quindi il sacerdote, intinta nel Crisma
l'estremità del pollice della mano destra, traccia con il pollice stesso
un segno di croce sulla fronte del confermando, dicendo:
N., ricevi
il sigillo dello Spirito Santo
che ti è dato in dono.
Confermato:
Amen.
Il sacerdote aggiunge:
La
pace sia con te.
Confermato:
E con il tuo spirito.
_____________________________________________________
In caso di urgente necessità, basta fare
l'unzione col Crisma dicendo le parole:
Ricevi
il sigillo dello Spirito Santo
che ti è dato in dono,
premettendo, se è possibile, l'imposizione
delle mani con la preghiera Dio onnipotente.
_____________________________________________________
Dopo la Confermazione, si può dare al
neofito la santa Comunione, osservando il rito descritto al n.
294. Altrimenti la celebrazione si conclude
con la recita del Padre nostro .
COMUNIONE
294. Se la santa Comunione viene data immediatamente
dopo la Confermazione o dopo il Battesimo quando non si può conferire la
Confermazione, il ministro può fare la seguente monizione o un'altra
simile, omettendo, quando è stata conferita la Confermazione, le parole
poste fra parentesi:
N.,
liberato dai tuoi peccati e rigenerato da Dio Padre, sei ora diventato
suo figlio in Cristo.
[Presto,
se a Dio piacerà, con la Confermazione riceverai la pienezza dello
Spirito Santo].
Ora, prima di ricevere il corpo di Cristo, nello spirito di figlio
adottivo che oggi ti è stato comunicato, prega insieme con noi come il
Signore ci ha insegnato.
Il neofito e i presenti col ministro dicono
tutti insieme:
Padre nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male.
Il ministro rivolto verso il neofita fa
l'ostensione del Santissimo Sacramento dicendo:
Beati
gli invitati alla cena del Signore.
Ecco l'Agnello di Dio,
che toglie i peccati del mondo.
Il neofita e tutti i presenti dicono:
O Signore, non sono degno
di partecipare alla tua mensa:
ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato.
Il ministro si accosta all'infermo e gli
presenta il Sacramento, dicendo:
Il Corpo di Cristo. Oppure:
Il Sangue di Cristo.
Il neofita:
Amen.
E riceve la Comunione.
Gli altri comunicandi ricevono il Sacramento nel modo solito.
Terminata la Comunione, secondo l'opportunità, si può sostare alquanto
in sacro silenzio.
Quindi il ministro dice l'orazione conclusiva:
Preghiamo.
Signore,
Padre santo,
la comunione al corpo
[sangue]
del tuo Figlio
protegga e conforti questo nostro fratello,
gli rechi sollievo nel corpo e nello spirito
e sia per lui pegno sicuro di vita eterna.
Per Cristo nostro Signore.
Tutti:
Amen.
L'infermo che, trovandosi in pericolo
prossimo di morte, riceve tutti o alcuni sacramenti dell'iniziazione, se
si ristabilirà, dovrà ricevere la catechesi consueta, i sacramenti e i
riti che non ha potuto avere (cfr nn. 279,
295-305).
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