5 - RITO PER CONFERIRE I SACRAMENTI A UN INFERMO IN PERICOLO DI MORTE



1. RITO CONTINUO DELLA PENITENZA,
DELL'UNZIONE E DEL VIATICO

 

2. RITO DELL'UNZIONE SENZA IL VIATICO
 

   

165. Se l'infermo desidera confessarsi, il sacerdote ascolti possibilmente la confessione prima del conferimento dell'Unzione e del Viatico. Nel caso che solo durante la celebrazione sia possibile al sacerdote ascoltare la confessione sacramentale dell'infermo, l'ascolti all'inizio del rito, prima dell'Unzione. Quando durante il rito non si fa la confessione, è bene inserire l'atto penitenziale.

166. In caso di pericolo prossimo, si dia prontamente all'infermo l'Unzione sulla fronte soltanto e poi il Viatico.
Se il pericolo si fa imminente, gli si dia subito il Viatico, a norma del n. 30, in modo che nel suo passaggio da questa all'altra vita, rinvigorito dal Corpo di Cristo, abbia il sostegno e il conforto del pegno della risurrezione: in pericolo di morte infatti, c'è l'obbligo per i fedeli di ricevere
l'Eucaristia.

167. La Confermazione in pericolo di morte e l'Unzione degli infermi non si dovrebbero conferire con rito continuo, per evitare che si faccia confusione tra due sacramenti diversi, conferiti entrambi con il segno dell'unzione.
Se però fosse necessario, si conferisca la Confermazione immediatamente prima della benedizione dell'olio degli infermi, omettendo l'imposizione delle mani indicata nel rito dell'Unzione.


RITI INIZIALI

168. Il sacerdote, entrando dal malato, rivolge a lui e a tutti i presenti un fraterno saluto. Lo può fare con queste parole o con altre simili:

Pace a questa casa e a quanti vi abitano.

Oppure:

La pace del Signore sia con voi.

169. Poi, deposto il Santissimo sulla mensa, lo adora insieme con i presenti.
* Lo può fare con una delle seguenti antifone o con altre formule.

O sacro convito, in cui Cristo è nostro cibo,
si perpetua il memoriale della sua Pasqua,
l'anima nostra è colmata di grazia,
e ci è dato il pegno della gloria futura.

Oppure:

Ecco il pane degli angeli,
pane dei pellegrini,
vero pane dei figli.

Buon pastore, vero pane,
o Gesù, pietà di noi:
nutrici e difendici,
portaci ai beni eterni
nella terra dei viventi.

Tu che tutto sai e puoi,
che ci nutri sulla terra,
conduci i tuoi fratelli
alla tavola del cielo
nella gioia dei tuoi santi.

Oppure:

Adoriamo, o Cristo, il tuo corpo glorioso,
nato dalla Vergine Maria;
per noi hai voluto soffrire,
per noi ti sei offerto vittima sulla croce
e dal tuo fianco squarciato
hai versato l'acqua e il sangue del nostro riscatto.
Sii nostro conforto nell'ultimo passaggio
e accoglici benigno nella casa del Padre:
o Gesù dolce, o Gesù pio,
o Gesù, Figlio di Maria.

170. Quindi, secondo l'opportunità, asperge con l'acqua benedetta l'infermo e la stanza, dicendo la formula seguente:

Ravviva in noi, Signore,
nel segno di quest'acqua benedetta,
il ricordo del Battesimo
e la nostra adesione a Cristo Signore,
crocifisso e risorto per la nostra salvezza.

171. Se necessario, il sacerdote prepari fraternamente l'infermo alla celebrazione dei sacramenti, suggerendo, secondo l'opportunità, qualche breve testo del Vangelo, che richiami la penitenza e l'amor di Dio. Può anche fare questa monizione, o un' altra simile, meglio adatta alla condizione dell'infermo.

Fratelli carissimi, Cristo Gesù nostro Signore è sempre in mezzo a noi e ci sostiene con la grazia dei suoi sacramenti: per mezzo dei sacerdoti suoi ministri egli assolve i peccatori pentiti, conforta gli infermi con la santa Unzione e in coloro che attendono la sua venuta rafforza la speranza della vita eterna col santo Viatico del suo Corpo. Uniti dunque nella carità e nella preghiera, aiutiamo questo nostro fratello nel suo cammino verso il Signore.


PENITENZA

Confessione sacramentale

172. Se necessario, il sacerdote riceva la confessione sacramentale dell'infermo; in caso di necessità, e nell'impossibilità di un'altra soluzione, la confes­sione può essere generica.


Atto penitenziale

173. Quando l'infermo non fa la confessione sacramentale o quando vi sono altri che desiderano comunicarsi, il sacerdote invita l'infermo e i presenti a fare l'atto penitenziale con queste parole o con altre simili:
Fratelli, riconosciamo i nostri peccati
e chiediamo il perdono del Signore
per esser degni di partecipare a questo santo rito.

Si fa una breve pausa di silenzio.
_____________________________________________________

1a formula.

Poi tutti insieme fanno la confessione:

Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli,
che ho molto peccato
in pensieri, parole, opere e omissioni,

e, battendosi il petto, dicono:

per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa.

E proseguono:

E supplico la beata sempre vergine Maria,
gli angeli, i santi e voi, fratelli,
di pregare per me il Signore Dio nostro.
_____________________________________________________

2a formula.

Poi il sacerdote dice:

V. Pietà di noi, Signore.
R. Contro di te abbiamo peccato.

V. Mostraci, Signore, la tua misericordia.
R. E donaci la tua salvezza.
_____________________________________________________

3a formula.

Poi il sacerdote o uno dei presenti dice le invocazioni seguenti o altre simili:

Signore, che nel tuo mistero pasquale
ci hai meritato la salvezza, abbi pietà di noi.

R. Signore, pietà.              Oppure: Kýrie, eléison.

Cristo, che nelle nostre sofferenze
rinnovi sempre le meraviglie della tua beata passione,
abbi pietà di noi.

R. Cristo, pietà.                Oppure: Christe, eléison.

Signore, che con la comunione al tuo corpo
ci rendi partecipi del tuo sacrificio, abbi pietà di noi.

R. Signore, pietà.             Oppure: Kýrie, eléison.
_____________________________________________________

Il sacerdote conclude:

Dio onnipotente abbia misericordia di noi,
perdoni i nostri peccati
e ci conduca alla vita eterna.

R. Amen.


Indulgenza plenaria

174. Il sacramento della Penitenza o l'atto penitenziale si può concludere con l'indulgenza plenaria in articulo mortis. Il sacerdote la concede con questa formula:

In virtù della facoltà datami dalla Sede Apostolica,
io ti concedo l'indulgenza plenaria
e la remissione di tutti i peccati,
nel nome del Padre e del Figlio  X  e dello Spirito Santo.

R. Amen.

Oppure:

Per i santi misteri della nostra redenzione,
Dio onnipotente ti condoni ogni pena
della vita presente e futura,
ti apra le porte del paradiso
e ti conduca alla gioia eterna.

R. Amen.


PROFESSIONE DI FEDE E PREGHIERA LITANICA

175. Quindi, se le condizioni dell'infermo lo permettono, si fa la professione di fede del Battesimo.

Il sacerdote si rivolge all'infermo con queste parole:

Credi in Dio, Padre onnipotente,
creatore del cielo e della terra?

R. Credo.

Credi in Gesù Cristo,
suo unico Figlio, nostro Signore,
che nacque da Maria Vergine,
mori e fu sepolto,
è risuscitato dai morti
e siede alla destra del Padre?

R. Credo.

Credi nello Spirito Santo,
la santa Chiesa cattolica,
la comunione dei santi,
la remissione dei peccati,
la risurrezione della carne e la vita eterna?

R. Credo.

176. Le invocazioni che seguono si possono anche formulare diversamente, per meglio esprimere la preghiera del malato e dei presenti.

Il nostro fratello N. sta per ricevere il conforto dei sacramenti della fede; in unione con i familiari e con tutta la santa Chiesa, preghiamo il Signore dicendo:
Ascoltaci, Signore.

Perché il Padre veda in lui il volto sofferente del suo Figlio, preghiamo.

R. Ascoltaci, Signore.

Perché nel suo amore lo aiuti e lo salvi, preghiamo.

R. Ascoltaci, Signore.

Perché gli doni la sua forza e la sua pace, preghiamo.

R. Ascoltaci, Signore.


CONFERMAZIONE

177. Se nel rito continuo si conferisce il sacramento della Confermazione, il sacerdote si regola come viene indicato più oltre, nei nn. 205-206. Poi, omessa l'imposizione delle mani, di cui al n. 178, conferisce l'Unzione, come descritto qui sotto.


SACRA UNZIONE

Imposizione delle mani

178. Il sacerdote impone le mani sul capo dell'infermo, senza nulla dire.

Rendimento di grazie sull'Olio già benedetto

179. Quindi il sacerdote dice la seguente preghiera di rendimento di grazie
sull'Olio già benedetto.

Benedetto sei tu, o Dio, Padre onnipotente,
che per noi e per la nostra salvezza
hai mandato nel mondo il tuo Figlio.

R. Gloria a te, Signore!

Benedetto sei tu, o Dio, Figlio Unigenito,
che ti sei fatto uomo per guarire le nostre infermità.

R. Gloria a te, Signore!

Benedetto sei tu, o Dio, Spirito Santo Paràclito,
che con la tua forza inesauribile
sostieni la nostra debolezza.

R. Gloria a te, Signore!

Signore, il nostro fratello N.,
che riceve nella fede l'unzione di questo santo Olio,
vi trovi sollievo nei suoi dolori
e conforto nelle sue sofferenze.
Per Cristo nostro Signore.

R. Amen.
----------------------------------------------------------------------------------------
179 bis.
Se si deve benedire l'olio, il sacerdote pronunzia questa formula di benedizione:

Benedici,  X  Signore, quest'olio
e benedici il nostro fratello infermo,
che ne riceve l'unzione e il conforto.
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Unzione

180. Il sacerdote prende l'Olio santo e unge l'infermo sulla fronte e sulle mani, dicendo una sola volta:
 
Per questa santa Unzione
e la sua piissima misericordia
ti aiuti il Signore con la grazia dello Spirito Santo.

R. Amen.

E, liberandoti dai peccati, ti salvi
e nella sua bontà ti sollevi.


R. Amen.

181. Quindi il sacerdote può dire la seguente orazione:

Preghiamo.

O Dio, nostro Padre, consolatore degli afflitti,
esaudisci la preghiera di questo nostro fratello infermo
che si affida alla tua misericordia:
fa' che la grazia di questa santa Unzione
lo conforti nella sua sofferenza
e che il Viatico del Corpo e Sangue del tuo Figlio
lo sostenga nel passaggio alla vita eterna.
Per Cristo nostro Signore.

R. Amen.


VIATICO

182. Il sacerdote invita i presenti a recitare la preghiera del Signore, introducendola con queste parole o con altre simili:

E ora, tutti insieme, rivolgiamo al Padre la preghiera,
che Gesù Cristo nostro Signore ci ha insegnato.

E tutti insieme dicono:

Padre nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo cosi in terra.
Dacci oggi il nostro. pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male.

183. Il sacerdote fa l' ostensione del Santissimo Sacramento dicendo:

Beati gli invitati alla cena del Signore.
Ecco l'Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo.

L'infermo, se può, e gli altri che desiderano comunicarsi, dicono:

O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di' soltanto una parola e io sarò salvato.

184. Il sacerdote si accosta all'infermo e gli presenta il Sacramento, dicendo:

Il Corpo di Cristo.                  Oppure:  Il Sangue di Cristo.

L'infermo risponde: Amen.

E subito il sacerdote aggiunge:

Egli ti custodisca e ti conduca alla vita eterna.

L'infermo risponde: Amen.

E riceve la Comunione.

I presenti che desiderano comunicarsi ricevono il Sacramento nel modo solito.

185. Terminata la distribuzione della Comunione, il sacerdote fa le necessarie abluzioni.
Secondo l'opportunità, si può fare una pausa di sacro silenzio.

186. Il sacerdote dice poi l'orazione conclusiva:

Preghiamo.

Guarda, o Padre, a questo nostro fratello
che si affida alla tua promessa
nella fede in Cristo, via, verità e vita,
e fa' che, fortificato dal Corpo [Sangue] del tuo Figlio,
venga incontro a te nella pace del tuo regno.
Per Cristo nostro Signore.

R. Amen.

Oppure:

O Dio,
salvezza eterna di chi crede in te,
fa' che il nostro fratello N.
sostenuto da questo sacramento,
viatico per la vita eterna,
giunga senza timore
nella luce della tua casa.
Per Cristo nostro Signore.

R. Amen.

Oppure:

Signore, Padre santo,
la comunione al Corpo [Sangue] del tuo Figlio
protegga e conforti questo nostro fratello,
gli rechi sollievo nel corpo e nello spirito
e sia per lui pegno sicuro di vita eterna.
Per Cristo nostro Signore.

R. Amen.


RITI DI CONCLUSIONE

187. Quindi il sacerdote benedice l'infermo e i presenti o tracciando su di essi il segno della croce con la pisside, se ancora vi è il Sacramento, o usando una delle seguenti formule o altre simili:

Vi benedica Dio onnipotente,
Padre e Figlio  X  e Spirito Santo.

R. Amen.

Oppure:

Il Signore Gesù Cristo sia accanto a te per proteggerti.

R. Amen.

Sia dinanzi a te per guidarti,
sia dietro a te per difenderti.

R. Amen.

Rivolga a te il suo sguardo,
ti assista e ti benedica.

R. Amen.

E su voi tutti qui presenti,
scenda la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio  X  e Spirito Santo.

R. Amen.



 



2. RITO DELL'UNZIONE SENZA IL VIATICO
 

 
 
188. Se, date le circostanze, ci si dovesse limitare a conferire all'infermo in pericolo prossimo di morte l'Unzione soltanto, senza il Viatico, si compia il seguente rito: 


RITI INIZIALI

189. Il sacerdote, entrando dal malato, rivolge un saluto fraterno a lui e a tutti i presenti. Lo può fare con queste parole o con altre simili:

Pace a questa casa e a quanti vi abitano.

Oppure:

La pace del Signore sia con voi.

190. Quindi, secondo l'opportunità, asperge con l'acqua benedetta l'infermo e la stanza, dicendo la formula seguente:

Ravviva in noi, Signore,
nel segno di quest'acqua benedetta,
il ricordo del Battesimo
e la nostra adesione a Cristo Signore,
crocifisso e risorto per la nostra salvezza.


191
. Se necessario, il sacerdote prepari fraternamente l'infermo alla celebra­zione dei sacramenti, suggerendo, secondo l'opportunità, qualche breve testo del Vangelo, che richiami la penitenza e l'amor di Dio. Può anche fare questa monizione, o un'altra simile, meglio adatta alla condizione dell' infermo.

Fratelli carissimi, Cristo Gesù, nostro Signore, ci dice, per mezzo dell'apostolo Giacomo: «Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati ».
Raccomandiamo dunque il nostro fratello infermo alla bontà e alla potenza di Cristo, perché gli dia sollievo e salvezza.



PENITENZA

Confessione sacramentale


192. Se necessario, il sacerdote riceva la confessione sacramentale dell'infermo; in caso di necessità, e nell'impossibilità di un'altra soluzione, la confessione può essere generica.

Atto penitenziale

193. Quando l'infermo non fa la confessione sacramentale, il sacerdote invita l'infermo e i presenti a fare l'atto penitenziale con queste parole o con altre simili:

Fratelli, riconosciamo i nostri peccati
e chiediamo il perdono del Signore
per esser degni di partecipare a questo santo rito.


Si fa una breve pausa di silenzio.
_____________________________________________________

1a formula.

Poi tutti insieme fanno la confessione:

Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli,
che ho molto peccato
in pensieri, parole, opere e omissioni,


e, battendosi il petto, dicono:

per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa.

E proseguono:

E supplico la beata sempre vergine Maria,
gli angeli, i santi e voi, fratelli,
di pregare per me il Signore Dio nostro.
_____________________________________________________

2a formula.

Poi il sacerdote dice:

V.
Pietà di noi, Signore.
R. Contro di te abbiamo peccato.

V. Mostraci, Signore, la tua misericordia.
R. E donaci la tua salvezza.
_____________________________________________________

3a formula.

Poi il sacerdote o uno dei presenti dice le invocazioni seguenti o altre simili:

Signore,
che hai preso su di te le nostre sofferenze,
e hai portato i nostri dolori,
abbi pietà di noi.

R.
Signore, pietà.             Oppure: Kýrie, eléison.

Cristo,
che nella tua bontà verso tutti
sei passato beneficando e risanando gli infermi,
abbi pietà di noi.

R. Cristo, pietà.                Oppure: Christe, eléison.

Signore,
che hai detto ai tuoi Apostoli
di imporre le mani sugl'infermi,
abbi pietà di noi.

R. Signore, pietà.             Oppure: Kýrie, eléison.
_____________________________________________________

Il sacerdote conclude:

Dio onnipotente abbia misericordia di noi,
perdoni i nostri peccati
e ci conduca alla vita eterna.

R. Amen.

Indulgenza plenaria

194. Il sacramento della Penitenza o l'atto penitenziale si può concludere con l'indulgenza plenaria in articulo mortis. Il sacerdote la concede con questa formula:

In virtù della facoltà datami dalla Sede Apostolica,
io ti concedo l'indulgenza plenaria
e la remissione di tutti i peccati,
nel nome del Padre e del Figlio 
X  e dello Spirito Santo.

R. Amen.

Oppure:

Per i santi misteri della nostra redenzione,
Dio onnipotente ti condoni ogni pena
della vita presente e futura,
ti apra le porte del paradiso
e ti conduca alla gioia eterna.

R. Amen.


PROFESSIONE DI FEDE E PREGHIERA LITANICA

195. Quindi, se le condizioni dell'infermo lo permettono, si fa la professione di fede del Battesimo.
Il sacerdote si rivolge all'infermo con queste parole:

Credi in Dio, Padre onnipotente,
creatore del cielo e della terra?

R.
Credo.

Credi in Gesù Cristo,
suo unico Figlio, nostro Signore,
che nacque da Maria Vergine,
morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti
e siede alla destra del Padre?
 
R.
Credo.

Credi nello Spirito Santo,
la santa Chiesa cattolica,
la comunione dei santi,
la remissione dei peccati,
la risurrezione della carne e la vita eterna?


R.
Credo.

196. Le invocazioni che seguono si possono anche formulare diversamente, per meglio esprimere la preghiera del malato e dei presenti.

Il nostro fratello
N. sta per ricevere il conforto dei sacramenti della fede; in unione con i familiari e con tutta la santa Chiesa, preghiamo il Signore dicendo:
Ascoltaci, Signore.

Perché il Padre veda in lui il volto sofferente del suo Figlio,
preghiamo.

R. Ascoltaci, Signore.

Perché nel suo amore lo aiuti e lo salvi,
preghiamo.

R. Ascoltaci, Signore.

Perché gli doni la sua forza e la sua pace,
preghiamo.

R. Ascoltaci, Signore.


CONFERMAZIONE

197. Se nel rito continuo si conferisce il sacramento della Confermazione, il sacerdote si regola come viene indicato più oltre, nei nn. 205-206. Poi, omessa l'imposizione delle mani, di cui al n. 198, conferisce l'Unzione, come descritto qui sotto.

SACRA UNZIONE

Imposizione delle mani

198. Il sacerdote impone le mani sul capo dell'infermo, senza nulla dire.

Rendimento di grazie sull'Olio già benedetto

199. Quindi il sacerdote dice la seguente preghiera di rendimento di grazie sull'Olio già benedetto.

Benedetto sei tu, o Dio, Padre onnipotente,
che per noi e per la nostra salvezza
hai mandato nel mondo il tuo Figlio.

R. Gloria a te, Signore!

Benedetto sei tu, o Dio, Figlio Unigenito,
che ti sei fatto uomo per guarire le nostre infermità.

R. Gloria a te, Signore!

Benedetto sei tu, o Dio, Spirito Santo Paràclito,
che con la tua forza inesauribile sostieni la nostra debolezza.

R. Gloria a te, Signore!

Signore, il nostro fratello N.,
che riceve nella fede l'Unzione di questo santo Olio,
vi trovi sollievo nei suoi dolori
e conforto nelle sue sofferenze.
Per Cristo nostro Signore.

R. Amen.
 
----------------------------------------------------------------------------------------


199 bis
. Se si deve benedire l'olio, il sacerdote pronunzia questa formula di benedizione:

Benedici,  X  Signore, quest'olio
e benedici il nostro fratello infermo,
che ne riceve l'Unzione e il conforto.

----------------------------------------------------------------------------------------

Unzione

200. Il sacerdote prende l'Olio santo e unge l'infermo sulla fronte e sulle mani, dicendo una sola volta:

Per questa santa Unzione
e la sua piissima misericordia
ti aiuti il Signore con la grazia dello Spirito Santo.

R. Amen.

E, liberandoti dai peccati, ti salvi
e nella sua bontà ti sollevi.


R. Amen.

201. Il sacerdote invita i presenti a recitare la preghiera del Signore, introdu­cendola con queste parole o con altre simili:

E ora, tutti insieme, rivolgiamo al Padre la preghiera,
che Gesù Cristo nostro Signore ci ha insegnato.


E tutti insieme dicono:

Padre nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male.


202. Quindi il sacerdote prosegue dicendo una delle seguenti orazioni:
Per una persona anziana:

Guarda con bontà, Signore, questo nostro fratello
che ha ricevuto con fede la santa Unzione,
sostegno alla debolezza della sua tarda età;
confortalo nel corpo e nell'anima
con la pienezza del tuo Santo Spirito,
perché sia sempre saldo nella fede, sereno nella speranza
e lieto di dare a tutti testimonianza del tuo amore.
Per Cristo nostro Signore.

R. Amen.

Oppure:

Per un infermo in grave pericolo:

Signore Gesù, redentore del mondo,
che hai preso su di te i nostri dolori
e hai portato nella tua passione
le nostre sofferenze,
ascolta la preghiera che ti rivolgiamo
per il nostro fratello infermo:
donagli fiducia e ravviva la sua speranza
perché sia sollevato nel corpo e nello spirito.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.


R.
Amen.

Oppure:

Per un agonizzante:

Padre clementissimo,
che conosci il cuore degli uomini e accogli i figli
che tornano a te,
abbi pietà del nostro fratello N.
nella sua agonia;
fa' che la santa Unzione
con la preghiera della nostra fede
lo sostenga e lo conforti
perché nella gioia del tuo perdono
si abbandoni fiducioso
tra le braccia della tua misericordia.
Per Cristo Gesù, tuo Figlio e nostro Signore, 
che ha vinto la morte
e ci ha aperto il passaggio alla vita eterna,
e vive e regna con te per tutti i secoli dei secoli.

R. Amen.

203. Poi il sacerdote benedice l'infermo e i presenti:

Vi benedica Dio onnipotente,
Padre e Figlio 
X  e Spirito Santo.

R. Amen.
 


3. L'UNZIONE SOTTO CONDIZIONE
 

 

204.
Nel dubbio se l'infermo sia ancora in vita, il sacerdote può conferire l'Unzione in questo modo:

Accostandosi all'infermo, dice anzitutto, se ne ha il tempo:

Rivolgiamo al Signore la preghiera della fede per il nostro fratello, N., perché il Signore nella sua misericordia venga a visitarlo e confortarlo con la santa Unzione.

R. Ascoltaci, Signore.

E subito gli conferisce l'Unzione, adattando la formula in questo modo:

Se vivi, per questa santa Unzione
e la sua piissima misericordia
ti aiuti il Signore con la grazia dello Spirito Santo.

R. Amen.

E, liberandoti dai peccati, ti salvi
e nella sua bontà ti sollevi.

R. Amen.

 

LA CONFERMAZIONE
              IN PERICOLO DI MORTE



205. In caso di urgenza, il sacerdote impone le mani sull'infermo, dicendo:

O Dio onnipotente,
Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che hai rigenerato questo tuo figlio
dall'acqua e dallo Spirito Santo
liberandolo dal peccato,
infondi in lui il tuo santo Spirito Paràclito:
spirito di sapienza e di intelletto,
spirito di consiglio e di fortezza,
spirito di scienza e di pietà,
e riempilo dello spirito del tuo santo timore.
Per Cristo nostro Signore.

R. Amen.

Quindi, intinta nel Crisma l'estremità del pollice della mano destra, traccia con il pollice stesso un segno di croce sulla fronte del cresimando, dicendo:

N., ricevi il sigillo dello Spirito Santo
che ti è dato in dono.


E il cresimato, se lo può, risponde: Amen.

Nei singoli casi, e tenute presenti le circostanze, si possono aggiungere altri elementi della preparazione e della conclusione, come indicato nel Rito della Confermazione.

206. In caso di estrema necessità, è sufficiente fare la crismazione con la formula sacramentale:

N., ricevi il sigillo dello Spirito Santo
che ti è dato in dono.