La
Costituzione Sacrosanctum Concilium
del Concilio Vaticano II, prescriveva: «I libri liturgici siano rivisti al più
presto, impiegando l’opera degli esperti e consultando Vescovi delle diverse
regioni del mondo» (n. 25). Veniva messo in moto, così, nella Chiesa un
lavoro immane, che si sarebbe protratto intensamente per un decennio e avrebbe
sottoposto a complessa revisione il patrimonio dei riti e dei testi in uso
nella Chiesa Romana fino a quel momento. Il lavoro fu condotto con grande
riguardo alle fonti e al patrimonio tradizionale della liturgia, senza
ignorare l’apporto della cultura e della sensibilità dell’uomo d’oggi.
I frutti
della riforma liturgica postconciliare sono sotto gli occhi di tutti. Si può
dire che il rinnovamento liturgico costituisca il frutto più visibile
dell’intera opera conciliare, tanto che il papa Giovanni Paolo II ha
affermato che «esiste un legame strettissimo e organico tra il rinnovamento
della liturgia e il rinnovamento di tutta la vita della Chiesa» (Lettera
Apostolica Dominicae Cenae, 13).
Ma non
sono mancate difficoltà, abusi e ritardi, dovuti, in gran parte, ad una certa
superficialità con cui è stato portato avanti il rinnovamento liturgico. Non
tutte le ricchezze della liturgia sono state adeguatamente comprese,
approfondite e assimilate. Per questa ragione, Giovanni Paolo II, prospettando
il futuro del rinnovamento liturgico, ha ribadito che «il compito più
urgente è quello della formazione biblica e liturgica del popolo di Dio, dei
pastori e dei fedeli» (Lettera Apostolica Vicesimus
quintus annus, 15). Senza tale formazione, qualsiasi riforma non può che
risultare effimera e illusoria. I ritus
et preces devono essere conosciuti dal di dentro, assimilati, gustati,
pregati, celebrati.
Nel
profluvio postconciliare di studi e ricerche sulla liturgia hanno un posto
speciale gli strumenti scientifici, che consentono l’accostamento e la
comprensione dei testi, in analogia con quanto avviene per la comprensione
della Scrittura Sacra. Risultano strumenti indispensabili le edizioni tipiche
dei testi, le loro traduzioni, le loro fonti, le concordanze verbali e
tematiche, i dizionari e gli studi specifici sui testi eucologici e le
strutture rituali.
In questo
cammino di approfondimento, tutt’altro che concluso, si inserisce questa
Concordanza del Missale Romanum
appena pubblicato in terza edizione tipica, dovuta alla fatica dei prof.
Manlio Sodi, sdb, e Alessandro Toniolo, e alla benemerita Libreria Editrice
Vaticana, che già cura la pubblicazione dei “Monumenta Studia Instrumenta
Liturgica”.
Scendere a
contatto con tutte le unità letterarie che compongono un testo eucologico
(stilemi, sintagmi, contesto, statistiche...), reperite e ordinate con il
sussidio dei sofisticati strumenti elettronici moderni, offre la possibilità
di conoscere ab intus lo spessore
delle formule eucologiche, nelle loro articolazioni primarie e nei loro
accostamenti sintattici e teologici.
La
Concordanza permette di scoprire e misurare oggettivamente la ricchezza del
libro liturgico, di riconoscerne il legame con i testi liturgici anteriori e
di cogliere l’energia intima della preghiera e della fede della Chiesa.
Una
Concordanza può aiutare a trovare delle risposte non solo di natura tecnica
sui testi liturgici, ma può anche favorire – ed è questo il nostro
auspicio per questa Concordanza che ora vede la luce! – l’approfondimento
della ricchezza della celebrazione eucaristica e promuovere una teologia che
riconosce nella liturgia un primario “luogo teologico” della fede
cristiana.
† Francesco Pio Tamburrino
Arcivescovo
Segretario della Congregazione
per il Culto Divino e la
Disciplina dei Sacramenti
Città del Vaticano, 14
settembre 2002
In
exaltatione Sanctae Crucis